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C’è una Sardegna autentica e vitale, lontana dalle rotte turistiche dei vacanzieri da spiaggia, che continua a vivere grazie al lavoro e alla passione delle sue comunità rurali. È da qui, dai paesaggi del Sarcidano e della Marmilla, che prende vita Palmalias, un brand che unisce la qualità del vino alla forza della sostenibilità. Palmalias è il marchio di TDG Casadei pensato per il canale vendite della grande distribuzione, ma non si limita alla produzione e alla commercializzazione di un ottimo vino, il suo obiettivo è difendere il territorio, sostenere i piccoli viticoltori, trasmettere una cultura agricola fondata sul rispetto dell’ambiente e delle persone.

Albero solitario davanti a vigneto, cielo nuvoloso.

Ne parliamo con Cristian Ravai, Direttore Marketing, che ci accompagna in un viaggio che attraversa terre, suoli, scelte etiche e visioni future.

Cristian, partiamo dalle origini. Ci racconta la storia di Palmalias e la missione che vi guida?

La storia di Palmalias nasce da un’esigenza concreta, ovvero dare dignità e futuro a territori spesso dimenticati, ma ricchi di tradizione e potenzialità. Parliamo della parte centro-meridionale della Sardegna, tra il Sarcidano e la Marmilla, dove esistono comunità rurali che da secoli si dedicano all’agricoltura e alla viticoltura. Questi piccoli produttori, spesso, si sono trovati davanti a un bivio, estirpare le vigne o conferire le uve a prezzi troppo bassi alle cantine sociali.

È qui che nasce l’idea di Stefano Casadei, produttore, enologo e fondatore del brand TDG Casadei, di intervenire per preservare la viticoltura tradizionale, sostenendo i piccoli agricoltori locali e integrandoli in un progetto produttivo fondato sulla sostenibilità.

Palmalias rappresenta quindi l’anello di congiunzione tra una produzione etica e un canale spesso complesso come quello della grande distribuzione, offrendo vini di qualità, accessibili ma coerenti con la nostra filosofia, basata sul valorizzare il territorio, ridurre l’impatto ambientale, promuovere l’equità sociale.

Contadino raccoglie uva in vigneto verde

Come è nato il vostro legame con la Sardegna e con questi territori così specifici?

Stefano Casadei, forte di una lunga esperienza nel Chianti Rufina al Castello del Trebbio, voleva sviluppare due progetti distinti, uno sui vitigni internazionali, l’altro sugli autoctoni italiani. Per il primo scelse Suvereto, in Alta Maremma; per il secondo cominciò a studiare varie regioni del sud Italia, dalla Calabria alla Sicilia, passando per la Campania.

Poi accadde qualcosa di inaspettato, la famiglia Olianas, che possedeva alcuni terreni a Gergei, in Sardegna e gestiva dei ristoranti a Firenze, gli chiese una consulenza. Fu una visita senza pretese, alla fine degli anni ’90, ma si rivelò fondamentale, infatti Stefano si innamorò del territorio, delle sue potenzialità, della sua identità.

Da lì nacque Olianas, al momento unica azienda biodinamica certificata Demeter della Sardegna. Oggi si producono Vermentino, Cannonau, Bovale, Nasco e Malvasia di Cagliari, seguendo un approccio agricolo completamente sostenibile. Fu il primo passo di una presenza più profonda e strutturata di Stefano Casadei sull’isola.

Nuraghe in Sardegna con paesaggio montuoso sullo sfondo.

In che modo Palmalias si distingue da Olianas e dagli altri progetti della Famiglia Casadei?

Olianas rappresenta il lato più esclusivo e tecnico del progetto, è una delle Tenute di Famiglia Casadei e i vini nascono esclusivamente da vigneti di proprietà, condotti attraverso un’agricoltura biodinamica e destinati al canale Ho.re.ca. Palmalias invece è nato per offrire un prodotto etico ma accessibile, pensato per la grande distribuzione, quindi destinato a un pubblico ampio ma attento alla qualità.

La nostra idea era semplice ma ambiziosa, ovvero portare la sostenibilità sugli scaffali dei supermercati, là dove si fa la spesa quotidiana. Palmalias è prodotto con uve acquistate da piccoli viticoltori selezionati, lavorate nella cantina Autoctona di Gergei. Le etichette includono Vermentino, Rosato, Cannonau e Cannonau Riserva, e ogni vino nasce nel rispetto del protocollo di vinificazione di Stefano Casadei.

Vigna con grappoli d'uva matura in vigneto italiano.

Cosa rappresenta per voi il riconoscimento per Palmalias, ottenuto ai Sardinia Food Awards?

È un premio che ci sta molto a cuore, perché riconosce la bontà e la coerenza del nostro lavoro, ma anche perché rafforza la nostra presenza sul territorio regionale. Palmalias è attualmente ben distribuito all’estero, ma in Italia vogliamo ancora crescere. Oggi siamo presenti con realtà come Unicoop Firenze e stiamo avviando collaborazioni con Crai, che speriamo di consolidare.

I Sardinia Food Awards ci hanno dato visibilità e ci hanno fatto sentire parte di una comunità di eccellenze agroalimentari isolane, premiando sia brand affermati che realtà emergenti. Questo tipo di riconoscimento non si ottiene con semplici campagne pubblicitarie, ma con una visione chiara e un impegno costante.

Non è facile portare tutto questo nella grande distribuzione. Come vi rapportate a questo mondo?

È vero, è un mondo dove spesso prevale la logica del prezzo basso. In GDO il 90% dei vini viene venduto sotto i 5 euro, e questo impone compromessi che noi abbiamo scelto di non fare. Sappiamo che non possiamo competere solo sul prezzo, puntiamo infatti sull’educazione alimentare del consumatore, sulla comunicazione trasparente e sulla qualità percepita. È importante che le persone imparino a leggere un’etichetta, a notare dettagli come l’assenza di zuccheri residui, l’origine delle uve, i materiali utilizzati. Perché anche la spesa al supermercato può essere un gesto consapevole. Il nostro compito è rendere questa scelta facile, sostenibile e accessibile.

Guardando avanti, quali sono le vostre sfide future e le opportunità su cui puntate?

Le sfide sono tante, ma c’è anche tanto entusiasmo. Le nuove generazioni sono più sensibili ai temi della sostenibilità, e questo è un segnale fortissimo. Noi vogliamo crescere, ma senza mai perdere di vista i nostri valori. Questo significa puntare sull’innovazione responsabile, sul radicamento territoriale e sull’apertura verso nuovi mercati internazionali. Vogliamo che i nostri vini diventino ambasciatori della Sardegna nel mondo. Non solo per qualità organolettiche, ma perché raccontano un territorio, una filosofia, una scelta etica. Vogliamo che chi beve un nostro vino impari anche a conoscere e rispettare la terra da cui nasce.

Nei vigneti, adottiamo pratiche come l’eliminazione dei prodotti chimici di sintesi, e curiamo dettagli come l’utilizzo di polvere di vetro al posto delle vernici per le serigrafie o di bottiglie alleggerite. Anche il tappo Stelvin è pensato per favorire il riutilizzo della bottiglia, in un’ottica di circolarità.

Campagna verde con fiori colorati in primavera.

Palmalias non è soltanto un brand enologico, è un progetto culturale, ambientale e sociale. Con radici profonde nella Sardegna più autentica, e uno sguardo ampio che abbraccia il mondo. Rappresenta un modello di produzione consapevole, in cui ogni scelta – dalla vigna al tappo – è parte di una visione più grande.

Sostenibilità, qualità, rispetto e comunità sono le parole chiave che guidano il lavoro di TDG Casadei. E Palmalias, con la sua capacità di unire valori e offerta equa, ci dimostra che anche il vino quotidiano può essere un atto d’amore verso la terra.

Palmalias Link

Sardinia Food Awards Link

Intervista a Donato Ala Giordano Link

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Sara Sanna

Caporedattore
Sarda, scrive da sempre di enogastronomia, da qualche anno in modo professionale. La passione per questi argomenti è una eredità preziosa della sua famiglia dove le tradizioni culturali si sono radicate in simbiosi col piacere di condividere e di godere della scoperta del buon cibo.
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