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Dune Garden, il giardino dell’architetto sardo Jacopo Ducato Ruggeri, premiato dalla Royal Horticultural Society, di cui è patrono Re Carlo III d’Inghilterra.

Dune Garden: il paesaggio immaginario che conquista Londra

Un paesaggio dunale immaginario, senza confini dove erbe morbide, primule e rose selvatiche si incontrano con cardi ispidi e i pini, omaggio alla biodiversità. Con il suo Dune Garden, Jacopo Ducato Ruggeri, architetto sardo, originario di Guspini, Sud Sardegna, si è imposto sulla scena internazionale salendo sul podio dei migliori “landscape designer”.

Un talento sardo tra i migliori giovani progettisti del verde

Il suo giardino ha conquistato il 2/o posto con la medaglia oro-argento al concorso “progettista dell’anno 2025 under 30”, il più alto riconoscimento mondiale per i giovani progettisti del verde. Il premio è assegnato dal gotha mondiale del giardinaggio, la Royal Horticultural Society (RHS), guidata da Keith Weed, la più prestigiosa associazione orticolturale mondiale di cui Re Carlo III è patrono.

Giardino fiorito con erba alta e fiori colorati.

La visione sostenibile di una nuova generazione

L’ obiettivo è scoprire in tutto il mondo le menti più brillanti della prossima generazione di garden designer. Con la sua vittoria, Jacopo Ducato Ruggeri entra a far parte del “vivaio” di progettisti della Royal, contribuendo a diffondere in tutto il mondo le migliori innovazioni per la cura del pianeta. Dune Garden ha poi conquistato la BBC che lo ha scelto come giardino simbolo di un futuro desiderabile e sostenibile e lo ha presentato all’interno di un documentario che racconta la visione del giovane progettista sardo.

Dalle dune di Arbus a Hollywood

Non solo, per il suo potenziale narrativo è stato scelto e sponsorizzato dalla Brandon Thatchers, leader mondiale nella creazione di scenografie e oggetti di scena in ambito naturalistico per l’industria cinematografica e televisiva di Hollywood. Si entra a piedi nudi nel giardino disegnato da dune circondate da ginepri sferzati dal vento è un’oasi di natura inclusiva e rispettosa dove convivono e hanno pari diritto di cittadinanza, trifoglio campestre e garofano marino, pino silvestre e quercia inglese. Si cammina su un fondo sabbioso lasciando le orme. Non c’ è un centimetro di cemento, richiamo alla cultura svizzera del depavimentare.

Un viaggio tra paesaggi e culture 

Gli arredi come le panche sono in legno, una doccia all’ aperto permette all’ acqua di ritornare nella terra e continuare a nutrire le piante. Un immaginario viaggio unisce geografie e storie. L’ itinerario parte dai suoi luoghi di nascita, Guspini, col suo terzo paesaggio certificato e la costa sarda di Arbus con le sue spettacolari dune, poi la Svizzera, attraversa Mediterraneo e Atlantico fino a Fire Island, al largo di New York, per poi sbarcare in Inghilterra per essere ammirato nell’allestimento del Flower Show di Wentworth Woodhouse. Quella di Jacopo Ducato Ruggeri è un’oasi verde creata per portare l’attenzione ai paesaggi costieri sempre più cancellati, rendendo omaggio agli ecosistemi dunali di Arbus e Fire Island a cui si è ispirato.

Pino su dune di sabbia, piante e fiori gialli

La biodiversità come linguaggio

«Progettare un giardino è un atto di scrittura in cui le piante, i suoli, i compost e le lettiere costituiscono il vocabolario – spiega Jacopo Ducato Ruggeri – in questo linguaggio, lo stile si ispira al mondo queer, la biodiversità è queer, un’ode alla biodiversità nella sua forma più autentica».  

Un nuovo modo di intendere il giardino

Il modello del designer sardo si discosta dal giardinaggio tradizionale «che spesso tende ad azzerare l’esistente per imporre un disegno rigido – aggiunge Jacopo Ducato Ruggeri – si basa sull’ascolto di quel suolo e sull’apprendimento di ciò che offre, accogliendo e affiancando le specie spontanee a quelle coltivate. La vera bellezza, ovvero la salute di un ecosistema risiede nel rafforzare e accompagnare ciò che la natura decide di far crescere. La salvezza ecologica risiede proprio in ciò che non si vede e che non si accoglie, promuovendo una cultura di collaborazione con la natura piuttosto che di dominio».

Jacopo Ducato Ruggeri Link

Redazione

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