Un profumo avvolgente di pane appena sfornato ha inebriato le vie di Calangianus lo scorso marzo, quando la cittadina sarda ha ospitato la prima edizione del World Bread Masters, un evento che ha celebrato l’arte bianca in tutte le sue forme. La manifestazione non è stata solo una competizione di alto livello, ma una vera e propria celebrazione della cultura, delle tradizioni e del talento sardo, con il pane protagonista indiscusso.
L’eco dell’evento risuona ancora oggi, non solo per la maestria dei panificatori in gara, ma anche per l’emozione palpabile di Graziella Frau, figura di spicco nel panorama della panificazione sarda e membro della prestigiosa giuria composta da Sonia Galleu, Maria Pastore, Simona Lauri e Mario Porrone. Per la Frau, questo evento ha rappresentato la realizzazione di un sogno coltivato a lungo: portare i riflettori internazionali sulla ricchezza e la diversità del pane sardo.
Il pane, cuore pulsante della tradizione sarda
L’importanza del pane nell’alimentazione sarda affonda le radici in una storia millenaria. Da semplice alimento di sussistenza, il pane si è trasformato in un elemento identitario, un simbolo di convivialità e un veicolo di tradizioni tramandate di generazione in generazione. Ogni forma, ogni profumo, ogni sapore racconta una storia, un legame indissolubile con la terra e la cultura isolana.
Il World Bread Masters di Calangianus ha rappresentato un’occasione unica per mettere in luce questa ricchezza, portando alla ribalta le abilità di panificatori provenienti da diverse regioni italiane, pronti a confrontarsi nelle quattro categorie in gara: Pane Tradizionale, Pane Innovativo, Pane Dolce e Pane Artistico.
Tra i vincitori spiccano nomi di grande rilievo
Nella categoria Pane Tradizionale, il primo premio è stato conquistato da Giovannini De Lollis con la squadra Italia, seguito da Umberto Cerrone. Il secondo posto è andato a Margherita Angioni e Ignazia Ledda, della squadra de “Is Panaterasa de Sestu”, autrici di un Coccoi raffinato a forma di “capello di prete”. Il terzo gradino del podio è stato occupato dalla polacca Sylwia Siankiewicz, che ha presentato un pane augurale con al centro una ciotola di pane ripiena di sale fino.
Per la categoria Pane Dolce, Alessandra Todde ha conquistato il primo posto con il suo pane di sapa, capace di lasciare di stucco non solo i giurati, ma anche tutti i presenti che hanno avuto la fortuna di assaggiarlo dopo la competizione.
Grande attenzione anche per la categoria Pane Artistico. Al terzo posto si è classificata Maria Benegui, giunta dalla Romania dopo un lungo viaggio in auto, con un piccolo pane decorato con un uovo, simbolo di nascita nella sua tradizione. Il secondo posto è andato a Cinzia Zoccheddu, mentre il primo posto è stato assegnato al gruppo “Feminas”, composto da Mara Gabriella, Giovanna Zanzera e Rosalba Zedda, che hanno incantato la giuria con un’opera straordinaria: un pane decorato con 494 decori, tra cui uva, uccelli, calle, fiori misti, rose e spighe di grano, con un ovale centrale adornato da un vaso decorato con foglie e spighe.
L’evento ha dimostrato come il pane non sia solo un alimento, ma un’espressione artistica e culturale capace di unire tradizioni e popoli. I partecipanti hanno dato vita a creazioni degne non solo di questo prestigioso master, ma anche di competizioni di livello internazionale, consacrando il World Bread Masters come un appuntamento imperdibile nel panorama della panificazione d’eccellenza.
Le voci dei protagonisti
Tra i protagonisti del World Bread Master di Calangianus, spicca la storia di Cinzia Zoccheddu, che con la sua passione e maestria ha conquistato il secondo posto nella categoria Pane Artistico. Originaria di Villa Urbana, un piccolo centro dell’Oristanese noto per la sua radicata tradizione panificatoria, Cinzia incarna perfettamente lo spirito dell’evento: un connubio tra rispetto per le antiche usanze e desiderio di innovare.
Cinzia è direttrice di “Sa Massaia”, un’azienda che coltiva e trasforma direttamente il grano duro. “Abbiamo un appezzamento di oltre 30 ettari nel territorio di Villaurbana. Seguiamo tutta la filiera: dalla semina alla molitura, fino alla panificazione. Produciamo il pane tipico della zona, un pane artigianale che consegniamo principalmente nella provincia di Oristano, con qualche punto vendita anche a Cagliari”.
Pur non essendo originaria di Villa Urbana, Cinzia ha scoperto questa tradizione quasi per caso, innamorandosi del mestiere: “Ho iniziato a lavorare qui 14 anni fa, senza conoscere fino in fondo questa realtà. Nel tempo, ho affinato le tecniche della panificazione e in particolare quelle del pane artistico, che storicamente veniva preparato per festività come la Pasqua”.
Il pane rituale è qualcosa di più di un semplice alimento: “Ogni pane ha un significato preciso e viene decorato in base all’occasione. Ricordo il pane pasquale con l’uovo al centro, che per noi bambini aveva un valore speciale. È un’esperienza che voglio trasmettere anche a mio figlio di cinque anni, perché lavorare l’impasto è un’attività che unisce e crea ricordi”.
L’idea di partecipare al World Bread Master è nata quasi per caso: “Abbiamo visto il concorso pubblicizzato sui social e ci siamo detti: perché no? Volevamo portare qualcosa che rappresentasse la tradizione, ma con un tocco di originalità”.
Il risultato è stato il “Trionfo alla Vita”, un’opera composta da una base con uova di quaglia incastonate, accompagnate da coppie di rondinelle intrecciate nel pane, simbolo di protezione e rinascita. “Abbiamo creato anche degli archi intrecciati e una corona di pane decorata con simboli di buon auspicio come fiori, uva e altre figure della tradizione”.
La giuria ha apprezzato molto l’opera, anche se il primo premio è andato a un altro concorrente: “Il pane vincitore era meraviglioso, nulla da dire. Ma la soddisfazione di aver partecipato e ricevuto i complimenti della giuria è stata enorme. La cosa più bella di questa esperienza è stata la condivisione: conoscere persone, confrontarsi, imparare”.
Cinzia e il suo team tornano a casa con un secondo posto che ha il sapore di una vittoria: “È stata la prima volta che abbiamo partecipato a un concorso di questo tipo, ed è stata un’esperienza meravigliosa. La gratificazione più grande, però, resta quella di sfornare ogni giorno un pane che le persone apprezzano e scelgono. Sapere di avere clienti affezionati che ci seguono e ci fanno i complimenti vale più di qualsiasi altra cosa”. Con questa passione e dedizione, il futuro per Cinzia è sicuramente ricco di nuove sfide e soddisfazioni.
Il World Bread Master di Calangianus è stato un palcoscenico di talenti panificatori da tutta Italia, e tra i protagonisti c’era anche Giovanni De Lollis, originario della provincia di Chieti, in Abruzzo. La sua partecipazione si è conclusa con un grande successo: il primo posto nella categoria Pane Tradizionale.
Giovanni racconta con entusiasmo l’esperienza vissuta in Sardegna: “È stato bellissimo, davvero. Il popolo sardo è meraviglioso, ospitale, a cui non manca niente. Partecipare a questa competizione è stato un onore.”
Per il concorso ha scelto di portare un pane che rappresentasse le sue radici: “Ho voluto tutelare le nostre tradizioni e la nostra cultura. Ho realizzato un pane con le patate, lievitazione naturale a coltura liquida. Questo tipo di lievito naturale liquido garantisce una buona durata e una qualità eccellente. La giuria ha compreso il valore del mio pane e questo mi ha dato grande soddisfazione.”
Giovanni ha gareggiato all’interno di una squadra, in cui ogni membro ha realizzato un tipo di pane diverso: “Ci siamo presentati come squadra, ma ognuno ha portato la propria specialità. Io ho preparato il pane tradizionale, un altro componente ha realizzato un dolce e l’altro un pane innovativo. Abbiamo avuto ottimi risultati, vincendo anche nella categoria del pane innovativo.”
Con oltre 40 anni di esperienza nel settore, Giovanni porta avanti con passione la sua attività: “Gestiamo una panetteria di famiglia. Io e mia moglie lavoriamo insieme, e ora anche i nostri due figli stanno seguendo le nostre orme. È il mestiere più bello del mondo, perché il pane è qualcosa di iconico, porta pace ed è davvero il cibo per tutti.”
L’entusiasmo e la dedizione di Giovanni lasciano intendere che questa non sarà la sua ultima esperienza in concorsi del genere: “Se ci sarà un’altra occasione di partecipare, lo farò volentieri, soprattutto se sarà ancora in Sardegna.”
“Mi emoziona tantissimo vedere i giovani che continuano la tradizione del pane artistico”, racconta Gabriella Mara, che con il suo gruppo “Feminas”, composto da lei, Rosalba Zedda e Giovanna Zanzera, ha vinto il primo premio nella categoria pane artistico.
“Quando avevamo la loro età, certe usanze le davamo per scontate, facevano parte della nostra quotidianità. Oggi, invece, vedere ragazzi che le riscoprono con entusiasmo fa davvero la differenza”.
Gabriella Mara, con la voce che tradisce una sincera emozione, racconta il suo rapporto con l’arte del pane artistico sardo. Un’arte che per un periodo sembrava destinata all’oblio, come tanti altri aspetti preziosi della cultura isolana. “Ricordo che mia madre e mia nonna avevano abiti tradizionali bellissimi, ma col tempo sono stati dimenticati in un armadio. L’ho visto accadere con tante cose preziose della nostra cultura. È un peccato enorme quando il valore di certe tradizioni va perso.”
Per Gabriella, la chiave per preservare questo patrimonio è la condivisione. “Credo che sia essenziale tramandare le conoscenze senza tenerle segrete tra famiglie. Un tempo c’era questa tendenza a custodire i segreti del mestiere, quasi a proteggerli. Io la vedo in modo diverso: se non tramandiamo il sapere, lo perdiamo. Ricordo quando da bambina in Sardegna si passava il tempo all’aperto: le donne cucivano, ricamavano, intrecciavano cesti e noi bambini imparavamo semplicemente osservando. Era un modo naturale di trasmettere le conoscenze, e oggi questo rischio di spezzarsi mi preoccupa.”
La sua passione per il pane e i dolci della tradizione sarda è nata in modo inaspettato, quasi per caso. “Ho iniziato frequentando un corso, giusto per trascorrere qualche ora diversa dal solito. Ma è scattato qualcosa, mi sono appassionata sempre di più, e oggi questa tradizione è diventata parte della mia vita.”
Il pane artistico richiede dedizione e precisione, ma la soddisfazione è impagabile. “È un’arte che richiede attenzione, impegno e manualità, non è un semplice passatempo. Però la soddisfazione di vedere qualcosa nascere dalle proprie mani è impagabile. Creare qualcosa di bello e simbolico dà un’emozione unica.”
“In questa occasione, partecipando al World Bread Masters, abbiamo voluto realizzare qualcosa di più elaborato rispetto al pane tradizionale, per mostrare tutta la bellezza di quest’arte. Il nostro pane era decorato con elementi tipici della tradizione sarda: uva, rose, spighe e calle, tutti simboli augurali di prosperità e fertilità, che impreziosiscono i pani delle feste.”
E contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le loro creazioni non sono solo opere d’arte, ma anche deliziosi prodotti da gustare. “Assolutamente sì! Tutte le nostre creazioni sono fatte con ingredienti naturali e possono essere mangiate. Non si tratta di decorazioni fini a sé stesse, ma di veri e propri pani tradizionali.”
Gabriella è convinta dell’importanza di preservare le tradizioni sarde, ma con uno sguardo aperto al domani. “Dobbiamo preservarle con rispetto, ma senza rimanere immobili nel passato. È fondamentale coinvolgere le nuove generazioni, farle appassionare e aiutarle a capire il valore di ciò che abbiamo ereditato. Solo così possiamo garantire un futuro a queste tradizioni.”
Un evento che guarda al futuro
Il World Bread Masters di Calangianus non è stata solo una celebrazione del passato, ma anche un trampolino di lancio per il futuro della panificazione sarda e italiana. L’entusiasmo dei partecipanti, la passione dei giurati e l’interesse del pubblico testimoniano la vitalità di un settore che sa coniugare tradizione e innovazione.
L’evento ha dimostrato come il pane possa essere molto più di un semplice alimento. È cultura, è arte, è un legame con la propria terra e con la propria storia. La Sardegna, con la sua ricca tradizione panificatoria e la sua calorosa accoglienza, si è confermata un palcoscenico ideale per ospitare una manifestazione di tale portata, che auspichiamo possa ripetersi negli anni a venire, anche in altre località della nostra isola, continuando a celebrare la magia di un alimento semplice ma straordinario.
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