Milanese d’adozione ma napoletano di nascita, Stefano Peruzy ha trascorso oltre trent’anni nel mondo della fotografia di moda, collaborando con grandi nomi e sviluppando un linguaggio visivo distintivo.
Tuttavia, dopo anni di successo, ha deciso di lasciarsi alle spalle quel mondo per esplorare nuove forme espressive. “Mi sono avvicinato al mondo dell’arte in modo casuale,” – racconta. “Dopo aver abbandonato la fotografia professionale, ho avuto un periodo di rigetto per il mezzo fotografico. Poi, pian piano, ho ricominciato a scattare, questa volta usando il telefono. Gli smartphone sono una rivoluzione: ci permettono di catturare il mondo in un istante e di trasformarlo.”
Questa rinascita creativa ha portato Stefano a sviluppare una tecnica unica. Utilizzando una semplice applicazione, crea opere che uniscono fotografia e pittura, destrutturando le immagini originali e aggiungendo strati di texture e colori. Il risultato è un linguaggio artistico originale che sfida i confini della fotografia tradizionale.
L’incontro con Giovanni Busacca
Un momento chiave del percorso artistico di Stefano Peruzy è stato l’incontro con Giovanni Busacca, fondatore di Stazione Arte Contemporary Milano. “Giovanni è stato un mentore per me,” – spiega Stefano. “La sua esperienza e la sua capacità critica mi hanno aiutato a dare una direzione al mio lavoro, trasformando le mie sperimentazioni in un progetto artistico vero e proprio.”
La collaborazione con Busacca ha portato alla realizzazione della mostra personale “Miscela Napoletana” che si è recentemente inaugurata. Un evento che segna una nuova fase nella carriera di Stefano, caratterizzata dalla volontà di condividere il suo lavoro con un pubblico più ampio.
Arte e cibo, una connessione profonda
Nelle opere di Peruzy, il cibo non è solo un tema visivo, ma un vero e proprio filo conduttore che attraversa la sua vita. Cresciuto in una classica famiglia napoletana, Stefano ha sempre trattato il cibo come un elemento centrale della sua cultura e della convivialità che caratterizza il suo mondo.
Storie di vita familiare fatte di pomeriggi estivi trascorsi accanto alla nonna a Napoli a cucinare in compagnia delle zie, con piacevole lentezza. Sbucciare i fagiolini, preparare la conserva di pomodoro, pulire le alici con maestria, erano attività usate per fermarsi dal duro lavoro che si svolgeva normalmente.
Il corpo si rilassava chiacchierando intorno ad un tavolo ma le mani restavano operative. “Erano momenti di lentezza e condivisione che oggi sembrano appartenere a un altro mondo,” – ricorda con nostalgia.
Queste immagini si riflettono nelle sue opere, dove alimenti, animali e scene di vita quotidiana diventano soggetti ricorrenti. Attraverso la sua tecnica, Stefano riesce a trasformare il cibo in un elemento artistico, carico di significati emotivi e culturali. “Non avendo la capacità di dipingere, uso la fotografia come mezzo per creare opere che abbiano una forte componente pittorica. I difetti tecnici, come le sgranature o le sfocature, diventano un valore aggiunto che arricchisce le mie creazioni.”
Tradizione e sperimentazione
Recente è la sua partecipazione alla mostra collettiva MondoPatia nello spazio Studio di Art City nel centro di Bologna curata dal critico Valerio Dehò e dal gallerista Giovanni Busacca.
Con altri dodici artisti ha tracciato una “istantanea dal pianeta Terra”, che interpreta con amara ironia anche il tema della stagione “Decadenza. Vestigia degli anni Venti”
Esposto, uno dei lavori più rappresentativi di Stefano Peruzy. Un’opera d’arte surreale con il classico Pulcinella, stampata su un grande formato partendo da un file digitale di dimensioni ridotte. “È un simbolo della mia visione artistica: un equilibrio tra tradizione e modernità. Il Pulcinella rappresenta le mie radici napoletane, ma la tecnica utilizzata è completamente contemporanea.”
La figura mascherata, con un cappello insolito decorato con rose rosse e bianche, solleva un lungo fascio di spaghetti che si appresta a gustare, mentre tiene in mano un grande recipiente pieno di pasta e frutti di mare. Facile accostarla al Principe Antonio de Curtis in “Miseria e nobiltà”.
Lo sfondo è un’astrazione ricca di texture rosse e nere, con un effetto pittorico e materico. Lo stile è un mix tra collage, street art e illustrazione digitale, con forti contrasti e dettagli intricati.
Anche la scelta dei materiali riflette questa dicotomia. Per le sue stampe, Stefano utilizza una carta speciale prodotta da Hahnemühle, la William Turner, che conferisce alle opere una matericità unica. Di recente, ha iniziato a sperimentare anche con il plexiglas, un materiale che gli permette di aggiungere una nuova dimensione visiva alle sue creazioni.
Cucina e arte, due facce della stessa medaglia
Oltre a essere un artista, Stefano ha un passato da chef a domicilio. Questa esperienza ha arricchito la sua visione del cibo come forma di espressione e connessione. “Preparare un piatto per qualcuno è un atto d’amore, proprio come creare un’opera d’arte. Entrambi sono modi per comunicare e condividere emozioni.”
Tuttavia, mentre in cucina preferisce mantenere un approccio tradizionale, nell’arte si lascia andare a sperimentazioni audaci, giocando con colori vivaci, immagini sovrapposte e composizioni inaspettate. Questa dualità rappresenta una delle caratteristiche più affascinanti del suo lavoro.
Raccontare la memoria attraverso l’arte
Le opere di Stefano Peruzy non si limitano a rappresentare oggetti o scene: esse diventano un ponte tra passato e presente. Ogni immagine è un racconto stratificato, che mescola ricordi personali con influenze culturali. “Credo che il nostro rapporto con il cibo e con la tradizione sia anche una forma di memoria collettiva,” – afferma. Le sue composizioni, infatti, evocano atmosfere che riportano alla mente luoghi e sapori dimenticati, come un vecchio mercato di Napoli o una tavola imbandita durante una festa familiare. In questo modo, il lavoro di Stefano diventa un invito a riconnettersi con le proprie radici e a riscoprire la bellezza della semplicità.
La sfida del mercato dell’arte
Nonostante le difficoltà di inserirsi in un mercato competitivo come quello dell’arte contemporanea, Stefano affronta questa nuova fase con entusiasmo. “Nel mondo della fotografia di moda, tutto era più strutturato: c’erano committenti, budget definiti, un sistema consolidato. Qui è tutto nuovo per me, ma anche incredibilmente stimolante. La vera soddisfazione è vedere che le mie opere riescono a emozionare il pubblico.”
Uno sguardo al futuro
Con la mostra presso Stazione Arte Contemporary Milano, Stefano Peruzy si prepara a condividere il suo universo creativo con un pubblico più ampio. “Per me, l’arte è un modo per raccontare chi sono, da dove vengo e cosa amo. Le mie radici napoletane sono sempre presenti, ma cerco di guardare avanti, esplorando nuove possibilità.”
Pensando al futuro, Stefano non esclude di ampliare ulteriormente i suoi orizzonti, esplorando collaborazioni con altri artisti e istituzioni culturali. La mostra non è solo un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza. “Sogno di portare la mia arte in luoghi che possano dialogare con le mie creazioni. Il cibo e l’arte sono linguaggi universali, capaci di unire le persone oltre le barriere culturali.”
Un invito alla scoperta
L’arte di Stefano Peruzy è un viaggio tra passato e presente, tra ricordi d’infanzia e sperimentazioni contemporanee. Le sue opere, intrise di colori ed emozioni, invitano a guardare il mondo con occhi nuovi, celebrando la bellezza nei dettagli e la connessione tra arte, cibo e vita quotidiana.
Per chi desidera immergersi nel suo universo creativo, la mostra a Milano è un appuntamento imperdibile. Un’occasione per scoprire un artista che sa coniugare tecniche fotografiche a stili pittorici, trasformando ogni immagine in un racconto visivo ricco di significato.
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crediti foto Stefano Peruzy