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Di Sara Sanna

15 Gennaio 2024

Di Sara Sanna

15 Gennaio 2024

Sabato 13 gennaio nella Sala Polifunzionale del comune di Cabras, alla presenza di numerosi cittadini, delle istituzioni, di imprenditori locali e degli organi di stampa, è stato presentato il Distretto Rurale più grande della Sardegna.

Formato da 35 comuni, che diventeranno 55 nei prossimi mesi, il Distretto Rurale della Sardegna Centro Occidentale (SCO), rappresenta un nuovo soggetto di aggregazione territoriale che coinvolge numerose imprese, che operano nelle filiere locali. Dal latte bovino e ovicaprino al grano, dall’olio al riso, dall’ortofrutta al vino, ma anche la lana, la carne e il pesce.

La nuova realtà nasce anche grazie alla sinergia tra gli enti pubblici e i Gal Barigadu-Guilcer, Gal Marmilla, Gal Sinis, e del Flag Pescando Sardegna centro occidentale.

Efficaci gli interventi dei relatori che si sono susseguiti nella mattinata di sabato. Ad aprire i lavori il Sindaco di Cabras, Andrea Abis. La parola è poi passata all’assessore alle Attività produttive del Comune di Oristano, Rossana Fozzi, e al Presidente del Distretto rurale SCO, Paolo Mele.
Seguiti dall’intervento del Direttore Generale dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, Giuseppina Cireddu, dal Direttore del Gal Sinis Cristiano Deiana, e da Francesco Asquer, Direttore Generale del Consorzio UNO di Oristano.
Ha chiuso il convegno Valeria Satta, Assessore dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale della Regione Sardegna.

Il Sindaco di Cabras Andrea Abis si è concentrato sull’impegno profuso per la nascita del Distretto Rurale. Un traguardo raggiunto che rappresenta un nuovo importante strumento di sviluppo economico che apre degli scenari, dei quali è molto importante l’aspetto della responsabilità collettiva.

“Oggi serve impegnarsi a fondo per riconoscerne il valore, e per disegnarne i contenuti. Non solo per gestirlo al meglio, ma anche per progredire in settori determinanti affrontando nuove sfide. Una fra tutte il Green Deal, la nuova politica europea concentrata su una serie di iniziative strategiche che apre la strada di una transizione verde. E che inciderà in maniera profondissima sulla nostra capacità di sviluppo rurale.”

Così come la politica “Farm to Fork” dal campo alla tavola, che sancisce il principio che alimentazione, ambiente, salute e agricoltura sono materie strettamente connesse. Per questo motivo dovremo approfondire anche la grande dimensione del cibo, degli alimenti finiti, di ciò che mangiamo, che deve essere prodotto in termini di sostenibilità.

Ecco che quindi il distretto rurale potrebbe essere destinatario di misure di finanziamento dirette da parte dello Stato e della regione. Questo potrebbe è un condizionale ed è una grande sfida per noi. Che dobbiamo essere in grado di proporre e di avere un riscontro da parte della programmazione politica della Regione Sardegna.

Dobbiamo costruire un abito, un abito per i nostri territori. Dobbiamo essere in grado, in maniera molto lucida di individuare le filiere sulle quali scommettere. Filiere agricole quelle agroalimentari, agroindustriali sulle quali dobbiamo puntare, e in particolare quella della pesca, molto importante nella nostra zona geografica.”

Cooperazione, speranza e generosità, concetti condivisi anche dal Presidente del Distretto Rurale Paolo Mele.
“L’incontro di oggi rappresenta l’inizio di una seconda fase altrettanto impegnativa, per portare a compimento questo articolato progetto. Due sono le parole che ci dovranno accompagnare lungo il percorso: responsabilità e generosità, che determineranno il futuro di questo territorio e delle sue comunità agricole.

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Un futuro di cambiamento che non può più attendere e sul quale verte la piaga del calo demografico e dello spopolamento. Ci sono molti centri abitati che rischiano di scomparire perché non sono più capaci di offrire prospettive per i nostri giovani, spinti anche dalla sfiducia alimentata dal fatto che le diverse azioni promosse in questi ultimi decenni hanno spesso fallito.

Ma se siamo qui oggi, per ribadire che crediamo nel nostro distretto, è perché ancora abbiamo la speranza che i nostri paesi possano trarre beneficio da questa iniziativa. Cogliendo una possibilità di rinnovamento e di crescita, offrendo una via di uscita e allo stesso tempo di sviluppo.

Con il Distretto Rurale metteremo insieme il mare e la montagna, l’agricoltura e la pesca, l’allevamento bovino e ovicaprino. La storia e l’archeologia di questi territori, l’ambiente con i suoi boschi e le sue numerose zone umide. Nostro compito sarà valorizzare e sostenere “il saper fare” delle aziende locali creando una nuova rete di condivisione.

Il distretto servirà quindi per favorire l’avvio di collaborazioni scientifiche. Così da assicurare produzioni agroalimentari che proteggano la biodiversità, valorizzino le produzioni biologiche e il benessere animale, garantendo un impatto ridotto sull’ambiente e una eco sensibilità, dove uomo e natura riescono a convivere nel rispetto reciproco.

Attraverso una politica di partenariato ci contamineremo in positivo di conoscenze e pratiche aziendali con le quali portare nuova energia vitale nei nostri territori.

È vero, il mio discorso punta in alto, ma sono dell’idea che uno degli elementi più forti di una nuova strategia di sviluppo che una squadra possa portare avanti, sia individuare un obiettivo e non perderlo di vista. Consapevoli delle tante difficoltà che incontreremo, ma anche delle tante soddisfazioni che potremo ottenere.”

Giuseppina Cireddu Direttore Generale dell’Assessorato Regionale dell’Agricoltura mette l’accento sull’importanza della cooperazione tra Enti pubblici e Aziende private.

“Il partenariato può essere determinante per lo sviluppo di un territorio attraverso uno strumento importante come il Distretto Rurale. I Distretti Rurali nascono con la legge 16 del 2014 e valorizzano la capacità dei territori, in questo caso dei sistemi produttivi locali. Creando delle sinergie tra il partenariato pubblico, gli attori istituzionali e gli operatori privati localizzati nel territorio.

Il termine Distretto Rurale racchiude il concetto di sistema produttivo locale, quindi un’area geografica caratterizzata dalla presenza di imprese. Ma non solo, indica una rete di relazioni tra piccole e grandi aziende organizzate nel territorio, che può vantare un patrimonio identitario di produzioni tipiche.

Occorre definire un Government che si candidi a coordinare questo sistema di relazioni tra le imprese locali e gli attori istituzionali. Determinando lo sviluppo del sistema di rete tra loro, lo sviluppo del capitale sociale, lo sviluppo della capacità imprenditoriale del territorio. Coinvolgendo in questo processo, anche le imprese di piccole dimensioni, che difficilmente riescono ad ampliare il proprio mercato se non si costituiscono in associazione tra di loro.

La presenza dei distretti, ovviamente non può che stimolare l’attenzione da parte del legislatore regionale, dei quali deve tener conto negli strumenti di programmazione. La prossima mossa che si deve fare è alimentare i distretti come interlocutori affidabili e come gestori delle risorse dei programmi comunitari.”

Cristiano Deiana Direttore del Gal del Sinis ha voluto mettere in evidenza l’importanza dei Distretti Rurali nel percorso di crescita del territorio. Un percorso di cooperazione che ha coinvolto oltre cento operatori interni tra imprese e istituzioni locali.
Oggi occorre continuare a stimolare il confronto, anche di tipo programmatico con le politiche di programmazione regionale, che si auspica andrà a concretizzarsi in un beneficio economico e spirito di sinergia con la Regione Sardegna.

Valeria Satta, Assessore dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale, dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, afferma:
“Il Distretto Rurale rappresenta il cuore pulsante della provincia. Rappresenta le attività produttive, in particolare quelle agro pastorali e tutte le risorse economiche di un territorio ricchissimo, senza dimenticare il mondo della pesca e dell’itticoltura, spesso non considerato abbastanza.

Oggi, dopo l’impegno profuso per la realizzazione del distretto, occorre che la politica mantenga l’attenzione su questo argomento. Affinché possano continuare ad arrivare dei fondi per alimentare il sistema.
La velocità con cui la globalizzazione economica ci impone rapidi tempi di sviluppo e di produzione, ci mette davanti ad una sfida difficile. Evitare di snaturare ciò che siamo e ciò che possiamo offrire al mondo.

Bisogna portare avanti un discorso legato alla qualità dei nostri prodotti, non puntare solo sulla quantità. E la politica deve accompagnare i lavoratori in questo percorso con un’azione sinergica per uscire fuori dai confini regionali e far conoscere il nostro territorio e i nostri prodotti d’eccellenza.

L’incontro si è concluso con una degustazione dei prodotti agroalimentari delle aziende del Distretto rurale SCO.

Distretto Rurale della Sardegna Centro Occidentale

Sara Sanna

Caporedattore
Sarda, scrive da sempre di enogastronomia, da qualche anno in modo professionale. La passione per questi argomenti è una eredità preziosa della sua famiglia dove le tradizioni culturali si sono radicate in simbiosi col piacere di condividere e di godere della scoperta del buon cibo.
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