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Di Sara Sanna

4 Agosto 2024

Di Sara Sanna

4 Agosto 2024

Ora conosco il limbo e anche cosa c’è oltre. L’incontrovertibile nulla.

Due giorni fa, ho scoperto casualmente il blocco del mio account Facebook senza possibilità di remissione per mano di un intelligentissimo algoritmo della holding che controlla tutte le piattaforme dell’universo Zuckerberg, in fase di ascesa costante (?) Meta Inc.

Quando Facebook ha cambiato nome, dopo i problemi legati a Cambridge Analytica, e dopo le dichiarazioni di un’ex dipendente di Facebook Inc, che ha denunciato di fatto un costante comportamento dell’azienda, colpevole di minare la sicurezza a scapito del livello di viralità e quindi di conseguente profitto, dei singoli contenuti, non ho pensato al fatto che questo nuovo, fosse veramente ispirato, ma sarebbe stato più corretto scriverlo con l’accento sulla A.

Si, esattamente, Metà!
Perché ha tagliato in due la correttezza, l’attenzione verso chi utilizza il servizio, i buoni propositi e le intenzioni di favorire interazioni sane, di diffondere comunicazione valida alternativa ai media più datati e via dicendo.

Ma andiamo con ordine… Tutti i sanissimi e saggissimi moniti di Madre Meta sono indirizzati verso la protezione degli account e dei dati di chi decide di aprire un profilo. Lo fa con dedizione, raccomandandosi di attivare il doppio controllo, cambiare spesso le password, non cliccare su link sconosciuti. E tu, ingenuo fruitore ti senti un po’ al cospetto di un vecchio amico disinteressato che (ti illudi) voglia solo il tuo bene.

Ma sotto ogni finto agnello c’è un predatore ben nascosto che è pronto a saltarti al collo non appena ti distrai.

E così se malauguratamente, nonostante tu abbia seguito tutti i consigli, sia sempre stato bravo, mai un richiamo, mai una nota a casa, un bel giorno per chissà quale mistero dell’universo, il tuo profilo viene violato, associato ad un account Instagram fasullo e li arriva la preziosissima intelligenza artificiale di Meta che prende il fucile laser e te lo polverizza, prima ancora che tu possa sollevare il pollice.

Ecco come funziona nel domicilio Meta, dove non esiste un servizio clienti, non una mail alla quale poter scrivere per giustificarsi e spiegare l’accaduto, non una chat, volendo anche con un simpatico Avatar virtuale. No, niente di tutto ciò, perché sono a casa loro e fanno come gli pare nel nome dell’algoritmo. Compreso cedere i dati e i contenuti legati alla nostra vita privata.

Però c’è un però… A quanto pare, se si sottoscrive l’abbonamento tramite Instagram e si procede all’acquisto della spunta del verificato, si può accedere a un servizio Vip e di conseguenza il tuo profilo immacolato, sporcato dall’hacker e cancellato da un procedimento che neanche la Santa Inquisizione, torna pulito e fulgido pronto a brillare nuovamente nel paradiso del vecchio, decorato social.

Insomma, un vero e proprio ricatto legalizzato.

E come ben dice la filosofia cinese basata sullo Yin e sullo Yang, nel male c’è un po’ di bene e nel bene c’è un po’ di male. Per questo motivo ho deciso di rinunciare a un profilo intriso di ricordi per andare avanti con maggiore autonomia e consapevolezza, usando il social solo ed esclusivamente come un mezzo per comunicare. Dove vince la razionalità e il cuore resta ben protetto da una resistente armatura a prova di lente d’ingrandimento di un freddo algoritmo.

Sara Sanna

Caporedattore
Sarda, scrive da sempre di enogastronomia, da qualche anno in modo professionale. La passione per questi argomenti è una eredità preziosa della sua famiglia dove le tradizioni culturali si sono radicate in simbiosi col piacere di condividere e di godere della scoperta del buon cibo.
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