Ai piedi del Vesuvio, dove la terra racconta storie di fuoco e rinnovamento, nasce il Caprettone, un vitigno autoctono capace di incantare i palati più esigenti. Identificato per anni come il “vino del contadino“, utilizzato per la produzione di un semplice vino domestico, il Caprettone oggi è riconosciuto nella DOC Vesuvio e si sta ritagliando uno spazio da protagonista nel panorama vitivinicolo italiano.
Ma qual è la sua vera essenza? E perché è così strettamente legato al territorio vesuviano?
Il Caprettone deve il suo carattere unico ai suoli vulcanici del Monte Vesuvio, ricchi di minerali e caratterizzati dalla presenza di vitigni a piede franco, una rarità che preserva l’autenticità e la purezza genetica delle viti che donano al vino note distintive di freschezza e sapidità. Coltivato a un’altitudine compresa tra i 250 e i 500 metri, beneficia di un microclima ideale, con giornate soleggiate e brezze marine che favoriscono una maturazione ottimale delle uve.
La storia del Caprettone si intreccia profondamente con quella del Vesuvio e delle sue eruzioni, che hanno plasmato un terroir inimitabile.
Il Caprettone si distingue per la sua versatilità e per le sue caratteristiche organolettiche. Nel calice si presenta con un colore giallo paglierino brillante. Al naso, sprigiona sentori di frutta a polpa bianca, agrumi e note floreali, accompagnati da una percettibile mineralità. Al palato, è fresco e sapido, con una struttura equilibrata che lo rende ideale sia come vino da aperitivo sia in abbinamento a piatti della tradizione campana, come spaghetti alle vongole, fritture di pesce, la classica mozzarella di bufala e in diverse interpretazioni di pizza.
Negli ultimi anni, i produttori locali hanno dedicato impegno e passione alla riscoperta del Caprettone, rivalutandolo come monovitigno e investendo nella qualità della vinificazione.
Grazie a queste iniziative, oggi possiamo apprezzare etichette di Caprettone in purezza che celebrano l’autenticità di questo vitigno. La DOC Vesuvio e la sottozona Lacryma Christi del Vesuvio rappresentano le denominazioni principali in cui si esprime al meglio.
Tra le etichette degne di nota, spicca il Pietrafumante, un metodo classico realizzato dall’azienda vinicola Casa Setaro. Sebbene non rientri nelle denominazioni elencate sopra, rappresenta un esempio di come il Caprettone possa essere interpretato in modi innovativi, offrendo un’esperienza di degustazione unica che esalta la versatilità di questo straordinario vitigno.
Il Caprettone non è solo un vino, ma un simbolo di resilienza e tradizione. Degustarlo significa immergersi in un viaggio sensoriale che racconta la storia e la bellezza del Vesuvio.
Per chi ama scoprire sapori autentici e sostenere i vitigni autoctoni, il Caprettone è una tappa obbligata. E quale occasione migliore per conoscerlo se non con una visita alle cantine vesuviane, dove la passione dei vignaioli incontra l’ospitalità di una terra unica al mondo?
Se desiderate immergervi nell’autenticità del territorio vesuviano, una tappa consigliata è la Vigna delle Rose dell’azienda Casa Setaro, situata a Trecase. Qui, in via Cifelli 10, è possibile prenotare visite e degustazioni chiamando al numero 0818628956.
Casa Setaro Link