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C’è chi lo aspetta per mesi, chi lo vive come un rito, chi lo affronta solo per la gioia della tavolata finale, Ferragosto è la festa italiana per eccellenza, sinonimo di riunioni tra parenti e amici, relax, caldo torrido e tradizioni culinarie diverse a seconda di dove si trascorre. Non è solo un giorno a caso d’estate, ma una tradizione che affonda le radici nell’antica Roma e che, da secoli, scandisce una delle pause più attese dell’anno.

Spiaggia affollata con ombrelloni e mare cristallino.

Tutto è iniziato nel XVIII secolo a.C., quando l’Imperatore Augusto decise di concedere al popolo un giorno di riposo dopo la faticosa stagione del raccolto. Lo chiamò Feriae Augusti, le ferie di Augusto. Era una pausa simbolica, ma anche molto concreta, che diventava occasione di festa con gare di cavalli, banchetti e celebrazioni in onore della fine del lavoro nei campi.

Questa eredità romana, col tempo, si è mescolata con le tradizioni cristiane (l’Assunzione di Maria cade proprio il 15 agosto) e con usanze popolari che ancora oggi sopravvivono nelle nostre cucine. Il risultato? Un Ferragosto che si festeggia rigorosamente con le gambe sotto il tavolo.

Il Ferragosto al tempo delle scampagnate e dei treni popolari

Se oggi la scampagnata è sinonimo di relax, un tempo aveva anche una funzione “logistica”. Durante il ventennio fascista, infatti, nascono i famosi Treni di Ferragosto, convogli a basso costo che portavano gli italiani dalle città al mare o in campagna. Il pranzo? Al sacco, ovviamente. È qui che prendono piede zuppiere piene di pastasciutta, frittate di maccheroni e pollo coi peperoni, che dagli anni ’30 a oggi continuano a campeggiare nei picnic ferragostani.

La FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi prevede che per Ferragosto 2025, la spesa degli italiani per i consumi fuori casa, raggiungerà i 10 miliardi di euro, con i ristoranti che avranno un ruolo da protagonista con 5,5 miliardi di euro. Il mese di agosto, tradizionalmente dedicato alle ferie, vedrà un aumento dei consumi fuori casa per due italiani su tre, ovvero anche per chi non trascorrerà le canoniche vacanze.

Varietà di frutta e verdura su tavolo.

 Tra oche, gnocchi e pollo coi peperoni, ogni regione, a Ferragosto ha la sua ricetta tradizionale

Dimenticate per un attimo le grigliate in spiaggia o i gavettoni sul bagnasciuga. Prima ancora che la frittata di pasta diventasse regina delle tovaglie al mare, Ferragosto era (ed è ancora) un momento per riscoprire sapori profondamente legati alla terra. Per questo motivo, la Fipe ha mappato i piatti regionali che resistono al passare del tempo e che, ogni 15 agosto, tornano puntuali nei menù casalinghi e nei ristoranti aperti per l’occasione.

Nord Italia: montagna, zuppe e dolci d’altri tempi

Partiamo dall’alto. In Trentino, il Ferragosto profuma di canederli, gustose polpette di pane e speck da servire in brodo o asciutte. In Valle d’Aosta, invece, c’è la Seupa à la Vapelenentse, zuppa antica e sostanziosa con fontina, pane raffermo e brodo di carne, nata nel villaggio di Valpelline. Più a ovest, in Piemonte, la sorpresa è dolce. La Margheritina di Stresa, è biscotto fragrante e originale che contiene un ingrediente curioso – il tuorlo d’uovo sodo ridotto in polvere.

Canederli in brodo serviti in ciotola.

In Lombardia, la stagione non ferma il piacere di un buon minestrone servito freddo, mentre in Liguria e Veneto è il pesce a farla da padrone con la capponadda, fresca insalata di tonno, acciughe, pomodori e olive; e le sarde in saor, marinate con cipolla e aceto, perfette anche sotto il solleone. In Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna non mancano le paste ripiene, come i cjarsons friulani e i cappelletti al ragù emiliani, da gustare in compagnia anche a mezza collina.

Centro Italia: arrosti, proverbi e ricette medievali

Chi l’avrebbe mai detto che Ferragosto fosse stagione di volatili arrosto? In realtà è tradizione antichissima. In Toscana, già in epoca carolingia, si diceva: “A Ferragosto si mangiano i piccioni arrosto”. E ancora oggi la ricetta del piccione arrostito resiste nel cuore dell’estate. In Umbria si preparano gli gnocchi al sugo di papera, piatto ricco e rustico. Nelle Marche, invece, si va di oca arrosto (o in porchetta), altro grande classico. Nel Lazio, il protagonista indiscusso è lui: il pollo coi peperoni, da gustare rigorosamente con pane casereccio per la scarpetta finale.

Quaglie arrosto con pomodori e rucola su piatto.

Sud Italia: pasta al forno, frittate di spaghetti e sapori intensi

Man mano che si scende verso il Sud, la tavola si arricchisce di profumi forti e colori decisi. In Campania, Ferragosto vuol dire Pizza di maccheroni, una frittata di pasta densa, tagliata a fette e portata al mare dentro la borsa frigo. Oppure gli zitoni alla napoletana, con pomodorini freschi, capperi e aglio.

In Puglia, spazio alle immancabili orecchiette con le cime di rapa, mentre in Basilicata si porta in tavola l’agnello alla lucana. In Calabria, regina della festa è la pasta chijna, pasta al forno ripiena di ogni ben di Dio, ragù, polpettine, uova sode, formaggio, salsiccia e per concludere in bellezza la soppressata. A Cariati, invece, si preparano le melanzane ripiene con mollica di pane, acciughe e olive, un altro piatto d’altri tempi che oggi torna attuale più che mai.

Frittata di pasta, prosciutto e piselli su piatto

Isole: Culurgionis ogliastrini e il Gelo di Melone

Si chiude in grande stile con Sardegna e Sicilia, che anche a Ferragosto portano in tavola tradizioni indelebili. I culurgionis sardi, una tipologia di pasta chiusa a mano, ripiena di patate, pecorino e menta, sono un rito più che una ricetta. In Sicilia, invece, è il tipico Gelo di Melone il dolce per eccellenza. L’ingrediente principale di questo dessert fresco è l’anguria, che in Sicilia come in altre zone del sud Italia viene comunemente chiamato “melone”.

Ravioli con sugo e basilico fresco

Le diete? Rimandate a settembre

Ferragosto, si sa, non è il giorno ideale per contare le calorie. Che sia al ristorante, in famiglia, su un prato o sulla spiaggia con piatti cucinati il giorno prima, l’importante è godersi il momento. In fondo, lo dice la storia, questa è la festa del raccolto, della pausa, della convivialità. E anche un po’ della nostalgia.

Quindi, al di là dei fornelli accesi o delle rosticcerie prese d’assalto, il vero ingrediente del Ferragosto è il piacere di stare insieme, meglio se con qualcosa di buono nel piatto e un angolo d’ombra dove gustarselo.


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Sara Sanna

Caporedattore
Sarda, scrive da sempre di enogastronomia, da qualche anno in modo professionale. La passione per questi argomenti è una eredità preziosa della sua famiglia dove le tradizioni culturali si sono radicate in simbiosi col piacere di condividere e di godere della scoperta del buon cibo.
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