Avete mai assaggiato una ricetta a base di stoccafisso?
Lo Stoccafisso, un pesce, delicato nel sapore, che nel corso dei secoli si è adattato facilmente alla tradizione culinaria Italiana.
Il tutto ha inizio nell’aprile del 1431, quando, il nobile mercante veneziano, Pietro Querini salpò dal porto di Creta con un prezioso carico di mercanzie diretto alle Fiandre, uno dei centri più importanti del commercio medievale.
Una volta consegnato il carico, Querini e i suoi uomini ripresero il mare per far rientro in patria, ma raggiunti da una bufera, all’altezza del golfo di Biscaglia subirono una serie di danni irreparabili al timone, rimanendo in balia delle onde.
Per alcuni mesi, la nave alla deriva venne trasportata dalle correnti marine fino ad un’isola dell’arcipelago delle Lofoten, situate nell’odierna Norvegia, dove sbarcarono il 06 gennaio del 1432. Un percorso tortuoso nel quale trovarono la morte diversi marinai.
Dopo essere stati notati dagli abitanti dell’isola di fronte, furono portati presso le loro abitazioni dove vennero rifocillati e accomodati.
Fu in quella circostanza che scoprirono lo stoccafisso. Come annota lo stesso Querini nel suo diario: «Pesci chiamati stochfis, quasi tutti d’una misura, di quali ogn’anno seccano al vento copia infinita».
Proprio il merluzzo essiccato costituiva la base nutrizionale di quelle piccole comunità di pescatori, con l’aiuto dei quali riuscirono a riparare la barca e a salpare in primavera alla volta di Venezia. Non prima di aver preso con sé anche importanti carichi di stoccafisso.
Ci volle poco perché il merluzzo essiccato dei mari del nord venisse accolto dalla cultura gastronomica della penisola con lo stesso calore con il quale venne ospitato il mercante ed il suo equipaggio dagli abitanti dell’isola di Rustene.
Ancora oggi il legame stabilito da quella spedizione involontaria prosegue.
Centri come Napoli, Ancona, Vicenza, Genova ed altri, continuano ad usare, nelle loro ricette storiche, questo ingrediente che viene principalmente dalle Lofoten.
La capacità di valorizzare i prodotti, unita alla creatività culinaria italiana, ha fatto sì che il nostro Paese divenisse il maggior consumatore dello stoccafisso al mondo, importando il 90% dell’intera produzione dalle note isole norvegesi.
Un primato che non sarebbe stato possibile senza quell’avventura di Messer Quirini.
La ricetta che segue, semplice e gustosa, ce la suggerisce Anna Orlando, ispirandosi al modo in cui sua madre Dora, prepara da sempre lo stoccafisso.
Stoccafisso ai datterini e peperoni cruschi Link