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Di Iolanda Maria Irene Minasola

17 Novembre 2025

Di Iolanda Maria Irene Minasola

17 Novembre 2025

A pochi minuti dal centro di Ercolano, una deviazione dalla trafficata via Benedetto Cozzolino conduce in un’altra dimensione. In un attimo, il rumore si attenua e lascia spazio alla quiete della campagna. Masseria Guida è un luogo in cui diverse anime convivono senza mai sovrapporsi, azienda agricola, laboratorio di conserve, location per eventi, camere, spa e ristorante à la carte. Ogni parte si integra e si completa con l’altra, in un equilibrio perfetto che funziona come un ecosistema.

Guidata con energia e dedizione da Nunzia Perrot, Masseria Guida nasce da relazioni umane solide e da un profondo rispetto per la terra. Prima ancora di valutare le potenzialità della struttura, Nunzia ha scelto di investire sulle persone, convinta che senza una base umana forte, nulla possa davvero funzionare. Una visione che oggi si riflette in un team affiatato, sorridente, parte viva dell’identità stessa della Masseria.

In questo articolo, ci concentriamo sulla proposta gastronomica del ristorante, sintesi concreta di questa filosofia: dalla terra al piatto, senza filtri.

Il cuore verde della Masseria

Uno dei punti di forza della Masseria Guida è l’orto, una presenza costante, non solo scenografica ma profondamente funzionale. Lo si ritrova nei piatti, nel ritmo della cucina, nelle scelte quotidiane. Le verdure cambiano con le stagioni, entrano nei menù in modo naturale. Alcuni prodotti, come le celebri albicocche vesuviane, diventano anche conserve, sottoli, marmellate. Piccole produzioni artigianali che prendono il nome di “Le conserve di Geppa” e raccontano una volontà precisa di non disperdere il valore di ciò che si coltiva. Qui l’orto non è un vezzo, ma un punto di partenza concreto.

Un’accoglienza calda e un servizio che funziona

L’atmosfera è cordiale, distesa senza rigidi formalismi. La cura del dettaglio è quella della buona madre di famiglia, senza esagerazioni. L’ambiente è sobrio e luminoso. C’è il profumo del legno, i disegni sulle pareti, il calore umano. 

Il pranzo: stagionalità e gusto

Il percorso gastronomico inizia con uno stuzzichino in vari elementi che fa da apripista al Carciofo alla Giudia su ragù di cinta senese, con cubetti di patate e salsa alle erbe. Un antipasto che mette insieme croccantezza e freschezza erbacea. Un piccolo manifesto della cucina di Aniello D’Alterio, che punta al gusto pieno e al racconto della terra, senza mai complicare.

A seguire, la pappardella fresca ai funghi porcini e castagne, un primo piatto autunnale nel senso più nobile del termine. Aromatico e appagante.

Il risotto alla zucca con polpettine di salsiccia e mandorle è un abbraccio cremoso e speziato, dove ogni ingrediente ha una funzione precisa, donando dolcezza, sapidità, croccantezza.

A chiudere, il dessert “Sottobosco”, una composizione golosa di brownie e crumble al cioccolato fondente, cream cheese e frutti rossi. Un dolce che gioca tra acidità e amarezza, tra la terra e il frutto. Un finale che lascia il palato pulito e soddisfatto.

I vini: una selezione tutta campana

Il percorso è stato accompagnato da una scelta di etichette perfettamente calibrate, a partire dal DUBL Brut, Metodo Classico campano di grande bevibilità, perfetto in apertura.

A seguire, il rosso deciso e rassicurante Mattodà di Fonzone 2019, un’elegante espressione dell’Irpinia che ha accompagnato piacevolmente i piatti principali. I suoi profumi intensi e la trama tannica ben integrata hanno valorizzato sia la pappardella che il risotto.

In chiusura, il vino da dessert ISI ha portato una nota dorata e avvolgente, con la sua dolcezza elegante e mai invadente. Si tratta di una vera chicca enologica. Un bianco passito prodotto in sole novecento bottiglie l’anno da uve Coda di Volpe coltivate nei vigneti della tenuta. Una scommessa personale di Nunzia Perrot, nata in collaborazione con Antonio Capaldo, presidente dei Feudi di San Gregorio e amico di lunga data.

La cantina

La cantina, curata dalla sommelier Susy Donadio, è un altro fiore all’occhiello della Masseria. Ricavata da un’antica cisterna per la raccolta dell’acqua, conserva il fascino dell’architettura rurale ed è oggi uno spazio esteticamente suggestivo e funzionale. Non è solo ben fornita e studiata con cura, ma è anche uno di quegli angoli che colpiscono per bellezza e personalità, perfettamente in linea con il carattere del luogo. 

La selezione di etichette, ampia e pensata, racconta le mille sfumature del territorio senza chiudersi in confini rigidi.

Masseria Guida Link

Iolanda Maria Irene Minasola

Sono stata sommelier professionista per oltre un decennio, lavorando nell’alta ristorazione e in importanti strutture ricettive. Ho vissuto tra tavole e cantine, affinando sguardo, palato e ascolto — un’esperienza che oggi si è trasformata in racconto. Scrivo di enogastronomia, accoglienza e cultura del gusto, cercando storie che sappiano parlare di persone e territori. Credo nell’ironia come forma di resistenza e nella bellezza come fatto politico.
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