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Basilica di San Pietro illuminata di notte

Di Raffaele Fattopace

6 Maggio 2025

Di Raffaele Fattopace

6 Maggio 2025

La Chiesa, dopo aver celebrato la Messa Esequiale e il rito della sepoltura di Francesco, ha eseguito la sua volontà di essere tumulato presso la Basilica Pontificia di Santa Maria Maggiore sotto lo sguardo Materno della Salus Popoli.

Come segno di continuità, è viva la necessità di eleggere al soglio pontificio il successore di Pietro quale Pastore alla guida della Chiesa Universale.

Le Loro Eminenze, durante gli incontri delle Congregazioni Generali hanno onorato l’antica consuetudine di compiere, per nove giorni consecutivi, particolari celebrazioni dell’Eucaristia in suffragio del Romano Pontefice defunto, vale a dire i Novendiali.

Queste le circostanze che hanno reso agevole la scelta della data del 07 maggio quale inizio del settantaseiesimo Conclave, strutturato nella forma che conosciamo oggi.

La Chiesa usa il termine “conclave”, derivante dal latino “cum-clave”, per indicare il luogo chiuso in cui il Collegio dei Cardinali elegge il Pontefice, seguendo questo antico rito. L’elezione, vedrà riuniti 133 dei 135 Cardinali Elettori con meno di 80 anni (due non partecipano per motivi di salute) che guidati dallo Spirito Santo avranno il compito di scegliere il 267° Vicario di Cristo nella storia della Chiesa.

Non esistono durate fisse, ma i porporati si riuniranno fino a quando non riusciranno a convergere su un nome che superi i due terzi dei voti totali.

Secondo chi segue le questioni vaticane, questo conclave potrebbe durare più degli scorsi. A giusta memoria, Francesco, fu eletto dopo 36 ore e cinque scrutini. Sono lontani i tempi dove si svolse nel Palazzo Papale di Viterbo il conclave più lungo della storia della Chiesa, che durò 2 anni e 9 mesi, eleggendo così Gregorio X, ed è a lui che si deve nel 1274 la Costituzione Ubi periculum con cui si istituisce ufficialmente il Conclave.

Ancora qualche ora e la Santa Sede vivrà questo particolare momento. Come stabilito dalla Congregazione Generale dei Cardinali, avrà luogo l’ingresso in Conclave e il Giuramento per l’elezione del nuovo Romano Pontefice, secondo quanto previsto dall’ “Ordo Rituum Conclavis” e dalla Universi Dominici Gregis del 1996 emanata da Giovanni paolo II.

Gli Em.mi Cardinali Elettori si troveranno nella Cappella Paolina, Prima Loggia del Palazzo Apostolico Vaticano, indossando la veste rossa, il rocchetto, la mozzetta e la berretta.

In questo conclave, non saranno presenti il Cardinale Decano ed il Cardinale sottodecano in quanto entrambi hanno più di 80 anni. Sarà il porporato più anziano di nomina vale a dire il Cardinale Filoni, dopo il segno di croce da un’ammonizione e secondo l’ordine delle precedenze a comporre la processione, che al canto delle Litanie dei Santi procederà per la Cappella Sistina. Nella quale, nei giorni dell’interregno si è installato un pavimento sopraelevato (di 70 cm, in linea con i gradini dell’altare) in legno rivestito da moquette, con uno scopo pratico di proteggere il pavimento cosmatesco e facilitare il posizionamento degli arredi del conclave.

Inoltre, in modo simbolico il pavimento “livella” tutti i Cardinali elettori, evitando che qualcuno si posizioni più o meno in alto degli altri, e idealmente li “distacca” dal mondo esterno.

Dopo il canto del Veni Creator, il Cardinale più anziano leggerà la formula del Giuramento comune a tutti e poi i singoli porporati pronunzieranno il Giuramento prescritto, recandosi all’Evangelario diranno: «Et ego N Cardinalis N spondeo, voveo ac iuro». Posta la mano sul Vangelo: «Sic me Deus adiuvet et haec Sancta Dei Evangelia, quae manu mea tango». («Ed io N cardinale N prometto, mi obbligo e giuro». Posta la mano sul Vangelo, prosegue: «Cosi Dio mi aiuti e questi Santi Vangeli che tocco con la mia mano»). Quando tutti i cardinali hanno pronunciato il giuramento, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie pronuncia la formula: «Extra omnes» “fuori tutti”.

L’elezione è rigorosamente a scrutinio segreto e bisogna raggiungere i due terzi dei voti, cioè 90.

Nel caso in cui non si riuscisse a trovare un nome entro il 34esimo scrutinio, si procede al ballottaggio (sempre con la maggioranza dei due terzi) tra i due candidati che hanno ricevuto più consensi all’ultimo voto.

La via verso il 267.mo Successore di Pietro passa attraverso questa istituzione nata per evitare il prolungarsi della Sede vacante. Per alcuni giorni la Cappella Sistina si apre allo sguardo della storia e si chiude agli occhi del mondo. Agli scrutini si accede subito dopo la chiarificazione degli eventuali dubbi relativi alle procedure di voto. A ciascun Cardinale elettore viene consegnata una scheda di forma rettangolare riportante la scritta “Eligo in Summun Pontificem” sotto la quale scrivere con grafia non riconoscibile, il nome del Cardinale a cui si intende dare il consenso.

I porporati si recheranno presso l’altare della Sistina dove sono presenti tre Cardinali scrutatori ed un’urna con il piatto appoggiatovi sopra. Arrivato dinanzi all’affresco del Giudizio Universale del Buonarroti, pronuncia: «Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che secondo Dio, ritengo essere eletto». Posta la scheda sul piatto, lo alza per lasciarla scivolare all’interno dell’urna.

Terminate le operazioni dei 133 votanti, inizia il conteggio e la verifica affidata ai tre Cardinali scrutatori. Uno dei Cardinali scuote tenacemente l’urna per mischiare le schede, poi il primo scrutatore prende una scheda, la osserva e la passa al secondo. Quest’ultimo la esamina, legge silenziosamente il contenuto e la consegna al terzo scrutatore, che pronuncia a voce alta il nome scritto.

Tutti i Cardinali hanno un elenco con tutti i nomi davanti a loro, su questo elenco vengono appuntati i voti ricevuti per ogni Cardinale. Se il numero delle schede non corrisponde al numero dei votanti la votazione è annullata e si deve ripetere.

Terminato lo spoglio, uno scrutatore legge le schede e contestualmente le fora dalla parte interna dove si trova la parola “Eligo” per farvi passare un filo, facendo un nodo a due capi.

Stabilito che l’elezione di tale Pontefice è canonicamente valida, espletati i restanti rituali, l’ultimo dei Cardinali diaconi, richiama il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio. Il Cardinale più anziano di nomina si rivolge all’eletto e gli domanda: «acceptasne electionem de te canonice factam in Summun Pontificem?» – («Accetti la tua elezione, canonicamente avvenuta, a Sommo Pontefice?») «Quo nomine vis vocari?» – («Come vuoi essere chiamato?») il nuovo pontefice risponderà «sarò chiamato […]».

Ed ecco che le schede infilate con ago e filo vengono deposte nella stufa insieme all’additivo che lascerà che il comignolo emetta la fumata bianca accompagnata dallo scampanellio del grande campanone della Basilica Vaticana, annunciando al mondo l’avvenuta elezione del Santo Padre.

Dopo la proclamazione, il Papa neo eletto, si ritira nella sala del pianto. Una stanza accanto alla sacrestia della Cappella Sistina, dove troverà i nuovi vestiti in tre misure diverse prontamente preparati dal sarto non conoscendo la corporatura del nuovo pontefice. Indossate le vesti papali, fa ritorno nella Sistina per ricevere l’omaggio dei Cardinali.

Il cardinale protodiacono si reca al balcone centrale della basilica vaticana e da l’annuncio:
«Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!»

Il mondo è riverso nella piazza di San Pietro dove sono protesi gli sguardi e le speranze per il futuro in attesa di scorgere il nuovo volto del Vescovo di Roma e di conoscerne il nome.

La Santa Sede Link

Uomo in terrazza con vista sul Vesuvio al tramonto.

Raffaele Fattopace

Giornalista pubblicista, di origini casertane e da anni racconta cosa accade nel mondo. Laureato in Scienze Politiche delle Relazioni Internazionali, si occupa di Politica Internazionale, analizzando scenari globali con particolare attenzione alle dinamiche geopolitiche e alle loro implicazioni. Ha una forte passione per il Diritto Internazionale Umanitario, che guida il suo lavoro nell’interpretare conflitti, crisi e strategie diplomatiche. Il suo obiettivo è offrire un’analisi chiara e approfondita, andando oltre la superficie delle notizie.
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