Ci sono ristoranti che aprono, e poi ci sono progetti che prendono vita. Casa Vittoria appartiene alla seconda categoria: non un semplice indirizzo gastronomico, ma un luogo che nasce da una visione, da un’idea condivisa e resa concreta con quella cura che solo chi ama davvero questo mestiere può avere.
Giovedì sera, Piazza Vittoria era piena. L’aria fresca di Napoli, le luci che si riflettevano sul marmo chiaro e un ristorante elegante ma mai rigido, vivo come una casa in cui si ha voglia di restare.

L’anima di un progetto: le persone dietro Casa Vittoria
Casa Vittoria nasce dall’unione di due esperienze solide e complementari. I fratelli Fabio e Gioacchino Francesco Vorraro, già noti per Mamma Elena a San Giuseppe Vesuviano, e Vincenzo Cerbone e Tommaso Ambrosio, fondatori di 12 Morsi, che hanno riscritto le regole dell’hamburger gourmet a Napoli.
La prima cosa che mi colpisce, oltre all’accoglienza, è la giacca dello chef. Ho conosciuto personalmente Gioacchino Francesco Vorraro, e sapevo già del dettaglio che porta con sé una storia familiare. Sul colletto, cucito a mano, c’è un piccolo metro da sarta. Un simbolo semplice ma potentissimo, che rimanda alla madre, sarta di professione, e alle ore che i due fratelli trascorrevano da bambini accanto a lei, tra stoffe, forbici e profumi di cucina. È un gesto d’amore e di memoria, che racconta da dove vengono e cosa significa, per loro, dare forma a qualcosa con le proprie mani. Da lì nasce Casa Vittoria, dal gesto artigianale, dalla casa, dal calore delle origini.
Entrare a Casa Vittoria: eleganza che accoglie
L’interno, firmato da Fadd Architects, è un viaggio nel design che dialoga con la memoria. Le linee curve, i colori caldi – il verde salvia, il rosso rubino, il pavimento in seminato veneziano – restituiscono la sensazione di una casa borghese napoletana reinterpretata in chiave contemporanea.
Ti siedi e ti senti accolto. Non c’è ostentazione, ma una bellezza che respira, quella della gentilezza, del dettaglio pensato, della mano che accompagna senza invadere.


Un menù che parte da Napoli e attraversa l’Italia
Il menù di Casa Vittoria è un viaggio nella cucina italiana classica, da Napoli al resto del Paese, con deviazioni intelligenti e gustose. È un racconto di memoria e curiosità, dove i piatti diventano tappe di un percorso che non ha bisogno di effetti speciali, perché è la sostanza a parlare.
Comincio con la Pizza crunch con tartufo e parmigiano, fragrante, leggera, profumata. È il modo perfetto per entrare in questa “casa”, una stretta di mano gourmet che anticipa la filosofia del locale – condivisione, materie prime eccellenti, rispetto per la semplicità.
Segue il Carciofo arrosto di Mamma Elena, servito con cremoso al pecorino, totano scottato e tarallo sbriciolato. È un piatto che parla di mare e di terra, di memoria e di tecnica: il carciofo si scioglie, il totano profuma di brace, il tarallo regala quella nota croccante che chiude il cerchio.
Poi arriva il Panettone al burro e alghe marine piastrato, con alici del Cantabrico. E qui la cucina si fa racconto. Dolce, salato, mare, burro – un equilibrio che sorprende e che resta, perché sa osare senza urlare. È un piatto che potrei definire manifesto: la capacità di partire da un simbolo italiano e ribaltarlo, con eleganza e logica.



Il viaggio dei sapori: tra mare e delicatezza
Il Raviolo ripieno di mozzarella di bufala al profumo di limone, servito con pesto alla genovese e tartare di gambero rosso, è un piccolo capolavoro di armonia. Il limone profuma senza invadere, la mozzarella fonde dolcezza e cremosità, il gambero aggiunge verticalità e freschezza. È un piatto che racconta la mano leggera di chi sa misurare il gusto.
E poi la Tartare di ricciola con cremoso di bufala, crostini al basilico e colatura ai pomodorini del Vesuviano. Un’esplosione di equilibrio tra mare e terra, con un filo conduttore costante – la verità delle materie prime. Nessuna forzatura, solo precisione e sensibilità.

L’essenza di Casa Vittoria: essere a casa, davvero
Seduta in sala, guardo intorno. Le voci basse, il servizio attento, i calici che si riempiono senza fretta. Capisci che qui tutto è stato pensato per farti stare bene, non per stupire.
Casa Vittoria è glamour, sì, ma nel senso più bello del termine, quello che nasce dalla luce delle persone, non dalle mode. È una casa elegante, classica, dove puoi indossare il tuo abito migliore ma sentirti libero, rilassato, parte di qualcosa di autentico.
Un progetto vivo, non un sogno astratto
Siamo abituati a sentire parlare di “progetti” come di sogni realizzati. Ma un progetto vero è un sogno che qualcuno ha avuto il coraggio di rendere concreto.
Casa Vittoria è questo: il risultato di un pensiero messo in pratica, di mani che hanno costruito, di persone che hanno creduto.
E forse è proprio questa la sua forza, l’aver trasformato la nostalgia della cucina di casa in una forma di accoglienza contemporanea, dove ogni piatto, ogni dettaglio, ogni sorriso di sala diventa un gesto di ospitalità profonda.
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