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Di Anna Orlando

3 Luglio 2024

Di Anna Orlando

3 Luglio 2024

 

“Malvasia delle Lipari. Le isole Eolie sempre più pronte per il turismo esperienziale.”

Per chi come me ama follemente questo arcipelago, tornare alle Eolie è sempre una grande emozione.

Le sette perle, avamposto di terra di Sicilia, adagiate come a disegnare una farfalla nel Tirreno meridionale, visibili facilmente anche dalla Calabria, sono in grado di suscitare, dalla prima all’ultima ognuna a suo modo, sentimenti forti e spesso contrastanti tra loro.

Dalle tre più grandi, Vulcano, Lipari e Salina, alle più piccole fino alle più lontane, Panarea, Stromboli, Filicudi e Alicudi, ognuna ha una maniera di rapportarsi al visitatore e una capacità intrinseca di trasmettere sensazioni diverse.

Comune denominatore di queste piccole isole del Mediterraneo è la magia che ciascuna esercita e sfoggia nei modi più disparati, con i suoi colori, i profumi, la storia e i suoi protagonisti.

L’occasione per ripercorrere questo itinerario a me caro è stata, nei giorni scorsi, il convegno sulla Malvasia delle Lipari, tenutosi a Salina il 27 giugno, presso il Centro Polifunzionale di Malfa.

Come ha avuto modo di spiegare nel corso del convegno il Professor Saija, storico e direttore del Museo dell’emigrazione Eoliana, la Malvasia probabilmente arriva nell’arcipelago intorno al 1600 insieme ai veneziani cacciati dall’isola di Creta dai Turchi dopo un lungo assedio. Da qui sarebbe poi partita alla volta dell’Isola d’Ischia circa 200 anni dopo.

Alle Eolie la fillossera arriva, grazie all’isolamento garantito dal mare, con circa 20 anni di ritardo rispetto al resto d’Europa ma distrugge quasi tutto, tranne qualche vite di Corinto nero. La Malvasia tornerà nel corso del 900, come testimoniato da più parti e avrà il suo sostenitore in Hauner che negli anni ’70 si fa promotore della spinta propulsiva che porterà al riconoscimento della DOC e alla sua diffusione.

Partendo proprio dalla Malvasia, vigneto autoctono e aromatico presente nelle isole in modo predominante e da sempre simbolo della produzione vitivinicola delle Eolie, il convegno, moderato da Gianfranco Anzini, documentarista Rai, è stato organizzato a conclusione di un importante progetto, finanziato dal GAL Tirreno, per promuovere una cooperazione tra piccoli operatori che favorisca la condivisione di progetti, impianti, risorse e lo sviluppo del turismo.

L’obiettivo principale è quello di offrire ai turisti che scelgono le Eolie come meta delle loro vacanze, un vero e proprio turismo esperienziale, attraverso un vissuto personale che vada a ricercare emozioni e opportunità uniche e indimenticabili, anche attraverso la scoperta di prodotti ed esperienze di alta qualità, il tutto ovviamente anche grazie alle produzioni legate a questo antico vitigno.

Questo perché queste isole sono in grado di offrire al visitatore un’esperienza a 360° che va dagli scorci paesaggistici alle produzioni di eccellenza, passando per la storia e l’archeologia, fino all’ospitalità declinata in modi diversi, pronti ad accontentare le esigenze più varie.

A introdurre i lavori, Antonino Caravaglio, titolare dell’omonima cantina e capofila di questo importante progetto nato anche al fine di prolungare la stagione turistica della zona.

Come tutte le piccole isole, anche le Eolie sono per lo più meta vacanziera d’alta stagione, se escludiamo il turismo internazionale che già dalla primavera accorre in questo angolo di Mediterraneo baciato dal sole e dal vento.

Gli operatori locali, creando e promuovendo un’azione sinergica che vada a rafforzare anche le infrastrutture a disposizione di isolani e ospiti (cosi come ha spiegato l’ing. Francesco Galvagno), mirano ora, oltre che ad allungare la stagione, a modulare una offerta mirata capace di attrarre verso le loro isole un turista informato, consapevole e in cerca di esperienze uniche.

Ritroviamo queste intenzioni nei saluti del Direttore del GAL Tirreno Eolie, Luigi Amato, che ha sottolineato come si stia operando per promuovere un collegamento, non solo nei trasporti, tra le isole e Milazzo, ormai sempre di più connessa al turismo eoliano, essendo diventata a sua volta meta per chi arriva a visitare le isole, facendo cenno anche ai rapporti con i GAL di altre zone vocate alla produzione di Malvasia come la Grecia, sempre nell’ottica di un ampliamento della proposta turistica e del bacino di utenza da cui richiamare turismo.

Claudia Bruno, operatrice GAL, ha spiegato come si è arrivati a ideare degli itinerari alternativi per piccoli gruppi, che possano riguardare tutto il territorio delle isole, non solo costiero ma anche interno, coinvolgendo anche i residenti, attraverso la partecipazione di aziende locali ai tour che vengono offerti al turista.

A esporre esempi di turismo esperienziale, che passa attraverso l’esaltazione di produzioni locali e si rende veicolo per richiamare viaggiatori e appassionati, da remoto, il Dottor Pattoneri del GAL del Ducato e delle province di Parma e Piacenza, zone di produzione della Malvasia di Candia aromatica.

Pattoneri, richiamandosi al tema principale ha raccontato della creazione del brand “Malvasia Mith” per valorizzare la Malvasia all’interno dei territori nei quali viene coltivata, facendo acquisire consapevolezza, anche al loro interno, dell’importanza di questa varietà e del suo vino che sempre più spesso viene ormai prodotto anche in versione secca e non soltanto dolce.

Emerge così la necessità di creare collaborazione tra produttori nelle loro zone per promuovere la diffusione della malvasia nella distribuzione locale e di sostenere progetti di enoturismo.

Il professor Rodolfo Musco, docente universitario di Marketing, Dinamiche sociologiche e Organizzazione convegni e turismo, ha infine spiegato, attraverso le sue esperienze, come rendere gli stessi turisti promotori del territorio, anche attraverso l’organizzazione di eventi distribuiti nel corso dell’anno, che possano offrire situazioni nuove ai partecipanti e diventare così vetrina di promozione.

L’esperienza immersiva nei fantastici vigneti che rivestono come un manto di velluto verde le isole, i percorsi naturalistici, la visita al bellissimo Museo dell’Isola di Lipari nel quale è testimoniata, anche attraverso le stratificazioni emerse, la vita di queste isole (e non solo) dall’epoca neolitica in poi, le degustazioni in vigna e nei locali più caratteristici o di charme, l’ospitalità variegata che si adegua alle differenti richieste, sono il chiaro esempio di quanto tutto ciò che è stato spiegato in veste di progetto, sia effettivamente realizzabile e replicabile alle isole Eolie.

La nostra tre giorni eoliana ci ha visto soggiornare in bellissimi hotel e residenze di charme, visitare, ospiti del suo direttore, il Museo di Lipari che domina, in posizione strategica, l’isola, partecipare ad una splendida colazione in vigna presso l’Azienda Cresia Vecchia di Lipari, cenare in locali storici simbolo di queste isole.

Abbiamo preso parte ad una visita alla spettacolare azienda di Nino Caravaglio, uno dei primi a vinificare la malvasia in versione secca e che oggi si distingue per il suo impegno nella rivalutazione delle isole e per il valore sociale ed etico della sua scelta di dare lavoro a gruppi di ragazzi provenienti dai centri di accoglienza della Sicilia, memore dell’immigrazione che ha interessato le isole a fine 800 in epoca fillossera.

L’aperitivo sulla sua terrazza sospesa sulla meraviglia delle Eolie con Panarea sullo sfondo, con la sua famiglia e “i suoi ragazzi” è stato un momento di emozione pura, esaltata dalla luce di un tramonto eoliano che resterà a lungo nei ricordi.

Il tutto a dimostrazione di quanto potenziale ci sia in queste piccole isole in grado di offrire non solo il loro bellissimo mare al turista ma pronte a regalare vere e proprie esperienze suggestive e appaganti anche al viaggiatore più esigente.

GAL del Ducato Link

 

Anna Orlando

Direttore Responsabile
Calabro-lucana di nascita, campana di adozione. Dopo una laurea in Giurisprudenza e molti anni di professione forense, finalmente realizza un (uno dei tanti) sogno nel cassetto e diventa giornalista pubblicista. La passione per il cibo e le collaborazioni degli ultimi anni fanno il resto.
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