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Alla fine di questa anomala estate 2025 mi preme parlare ancora di una cena che ha lasciato in me un ricordo legato a sensazioni che non riguardano solo il cibo ma si collocano in una sfera più ampia ed emozionale.

Questa volta parliamo di Maratea. È lì, impressa nel mio codice fiscale, è un dolce ricordo che mi lega a doppio filo alle mie origini. Maratea è l’unico paese della Basilicata ad affacciarsi sulla costa tirrenica. Non è più il Cilento della vicina Campania e non è la Riviera dei Cedri dell’attigua Calabria. 

Mi sento di dire, senza timore di essere smentita, che Maratea è Maratea, punto. Appartiene a se stessa, ai suoi abitanti e a tutti coloro che scelgono di inebriarsi della sua placida bellezza. La città del Cristo Redentore, delle 44 chiese sparse nelle 9 frazioni disseminate come perle in un territorio che dal Monte San Biagio degrada verso il mare.

La città delle innumerevoli calette, delle spiagge nere, dell’isolotto di SantoJanni che vigila dal mare e del porticciolo turistico che dal centro del Golfo di Policastro accoglie le imbarcazioni che transitano verso le mete più disparate.

Ristorante vista porto di notte, tavoli esterni

Finalmente si torna a Maratea

La premessa è questa. Dopo due anni di vorrei ma non posso, non dovuti ad altri fattori se non alla difficoltà di raggiungere Maratea, ritorniamo nella cittadina lucana per una sera.

Per le due estati precedenti, causa una frana in località Castrocucco, l’accesso a Maratea dalla Fondovalle del Noce e dalla litoranea che arriva dalla Calabria, era per cosi dire contingentato e, come moderne cenerentole, bisognava tornare indietro entro le 23 prima che la strada venisse chiusa fino al mattino successivo per motivi di sicurezza.

Sicuramente questa scelta non poco deve aver gravato sulle attività commerciali marateote da sempre abituate a ricevere il flusso turistico da più vie di collegamento.

La situazione della viabilità non è cambiata di molto, ci sono lavori in corso per creare un nuovo passaggio, ma nel frattempo questa estate la chiusura della litoranea è stata prolungata fino all’una di notte.

Finalmente quindi, come dicevo, si torna a Maratea per una sera e scegliamo il ristorante “Lanterna Rossa” per celebrare questa reunion con la città del Cristo.

Lo chef Dario Amaro

Lanterna Rossa è una realtà marateota presente da circa 60 anni ma questi ultimi anni ha intrapreso un nuovo percorso segnato grazie alla gestione portata avanti con maestria dal giovane chef Dario Amaro e dalla compagna Nausicaa Stoppelli.

Scelgo Dario Amaro, giovane chef incontrato fino ad ora solo fugacemente in qualche manifestazione, perché interessante, innovativa e coraggiosa mi appare la sua proposta di cucina. Come dicevo, lo chef ha già una buona fama che lo porta ad essere presente a importanti manifestazioni “Food” in giro per l’Italia, segno che è riuscito a destare interesse con il suo lavoro.

Forte di diverse esperienze in giro per l’Italia e il resto del mondo, chef Amaro ricomincia a cucinare nella sua Maratea già intorno al 2018. Tre estati a Cala del Citro segnano il suo ritorno, sottolineato da diverse collaborazioni e serate a quattro mani con chef di fama mondiale.

È il 2021 l’anno della svolta e della “presa in carico” del bel ristorante sul porto che ad oggi il giovane Dario guida insieme alla compagnia e che man mano si afferma come una delle realtà più apprezzate di questo piccolo tratto di costa.

Lanterna-Rossa-1-Cuochi lavorano in cucina a vista di un ristorante.

Il ristorante

La sala è piccola ma lo sguardo si apre grazie all’ampia vetrata dalla quale si vede ogni dettaglio della cucina. Si possono osservare lo chef e i suoi collaboratori intenti ai fornelli, in un gioco di passi e movimenti che accompagnano ogni piatto fino al pass dove Dario finisce personalmente i suoi piatti.

A compensare i pochi posti in sala c’è la terrazza che si affaccia sul porto offrendo un panorama inimitabile sia a pranzo che a cena. La cucina dello chef Amaro potrebbe essere definita un fine dining con anima lucana. In quasi tutti i piatti c’è un elemento che sottolinea il suo ritorno alle origini.

Ma prima di essere fine dining la cucina del ristorante Lanterna Rossa è una cucina di materia, una materia prima importante, sceltissima e di grande qualità. Ogni giorno il pesce arriva in prevalenza dal golfo di Policastro, le verdure dai fornitori locali e tutto segue rigorosamente il ritmo delle stagioni. Soprattutto è una cucina che si rivolge a tutti grazie alla mano sapiente dello chef che non cerca colpi di scena.

A tavola da chef Amaro troverete in egual modo il vip che sosta in porto con il suo yacht, o che magari alloggia nel bellissimo Hotel Santa Venere, così come i clienti affezionati che amano mangiare bene andando sempre a colpo sicuro.

Chef prepara pasta in cucina professionale.

I piatti dello chef

Non mancano ovviamente le proposte nelle quali l’estro dello chef si sbizzarrisce e richiama le esperienze vissute in giro per il mondo. È il caso della capasanta in brodo asiatico con guanciale croccante, ravanello, funghi e citronella. Ogni boccone è un viaggio che dal porto di Maratea vi farà navigare oltre il Mediterraneo verso mete lontane.

Il cannolo di gamberi del golfo, pasta fillo (all’interno del gambero) e ricotta locale è un esercizio di tecnica da applauso. Ma subito si torna in terra natia con il “polpo e patate” o con le tartare di pescato del giorno ravvivate dalle note di agrumi locali.

Davvero notevole il raviolo ripieno di scampi e gamberi serviti con la loro bisque, emulsione al basilico e fiori di zucca. Così come il vialone nano con zafferano lucano, burro acido e gambero crudo e cotto. Ma qui da Dario Amaro si può venire anche per un semplice (si fa per dire) spaghetto del Pastificio Graziano con vongole o ricci di mare.

Così come per una leggerissima frittura di calamaretti di Palinuro o ancora per le triglie del Golfo, una delizia che consiglio di assaggiare se avete la fortuna di trovarle. Golosi i dolci, di fattura moderna, in alcuni dei quali si osa anche l’abbinamento tra cioccolato e peperoni cruschi, tipici della Basilicata.

Una cucina in grado di parlare a tutti quella di Lanterna Rossa, grazie alla mano sapiente dello chef che non cerca colpi di scena ma fa il suo lavoro rispettando ed esaltando la materia prima.

In sala c’è Nausica

La sala accompagna elegantemente l’operato della brigata di cucina. Alla guida c’è Nausicaa, compagna di vita e di avventura. Marateota doc intrattiene gli ospiti con gentilezza e garbo, pronta a risolvere qualsiasi problema, a rispondere alle vostre curiosità lasciandosi andare a qualche chiacchiera senza mai risultare invadente.

Come lei le altre ragazze in sala, discrete ma presenti insieme al sommelier, maestro di accoglienza e di buon mestiere.

Il vino…

Un’osservazione personale sulla carta dei vini

La carta del ristorante Lanterna Rossa è molto ampia, molta Italia, tanta Francia, champagne, qualche chicca dal mondo e una piccola selezione di Basilicata. Solo 4 etichette per i bianchi, due bollicine e qualche rosso in carta. 

Così come assente del tutto è la vicinissima Calabria, regione emergente nel mondo del vino che da qualche anno registra sempre più consensi ed è apprezzata ben oltre i confini locali. In un posto come il porto di Maratea, come dicevamo un punto di approdo importante in questa zona del Mediterraneo, si deve essere necessariamente ambasciatori della propria terra

Lanterna Rossa lo è già sicuramente con i suoi piatti e potrebbe esserlo ancora di più con una piccola selezione di etichette “nostrane”.

Lanterna Rossa

Via Porto Arenile

Maratea

Lanterna Rossa Link

Anna Orlando

Direttore Responsabile
Calabro-lucana di nascita, campana di adozione. Dopo una laurea in Giurisprudenza e molti anni di professione forense, finalmente realizza un (uno dei tanti) sogno nel cassetto e diventa giornalista pubblicista. La passione per il cibo e le collaborazioni degli ultimi anni fanno il resto.
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