Una minestra antica per un gusto moderno: scopriamo Su Succu, un piatto tradizionale che racchiude i sapori autentici della cucina regionale.
Su Succu, è più di una semplice pasta, è la memoria di mani che “incocciano” la semola con pazienza, di forni a legna accesi per tostarla, di pranzi condivisi. In questa versione marinara e colorata, incontra i profumi del Mediterraneo, offrendo un piatto che racconta la Sardegna in ogni cucchiaio.
“Fregula, fregua, freula” o ancora “ambus, ministru, pistitzone, succu, cascà”. In Sardegna, questa tipologia di pasta di semola lavorata a mano ha tanti nomi e infinite sfumature. Su Succu è uno di questi, un formato antico, figlio dei gesti sapienti delle donne sarde che nelle cucine, strofinavano la semola con acqua e sale nelle sciveddas di terracotta, per dar vita a piccole briciole di pasta successivamente essiccate e tostate al forno. Un gesto semplice e circolare, tramandato per generazioni.
Una delle paste più antiche dell’isola, la sua diffusione è documentata già in epoca medievale, anche grazie agli scambi con il Nord Africa e le influenze mediterranee.
Se un tempo Su Succu era legato a zuppe calde, brodi di carne o latte fermentato, oggi si riscopre anche in chiave estiva, leggero e versatile. Basta abbinarlo a verdure di stagione e profumi di mare per trasformarlo in un piatto fresco e gustoso, perfetto per preparazioni più leggere adatte alle giornate calde in cui la voglia di cucinare si accende solo se la ricetta è semplice, veloce e colorata e mantiene un buon equilibrio tra gusto e semplicità. È infatti perfetto anche da servire tiepido o a temperatura ambiente, come alternativa alle insalate di pasta.
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